Nave Scuola Amerigo Vespucci |
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Formazione Umana
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 "Siete la Nave più bella del mondo", questo il messaggio che giunse via radio
alla plancia della Nave Scuola "Amerigo Vespucci" della Marina Militare
Italiana.
Nave a vela a tre alberi e bompresso, armata con vele quadre e
fiocchi, il "Vespucci" è sicuramente uno dei più noti Ambasciatori dell'Italia
nelle cittadine portuali straniere.
Rappresentare l'Italia e la sua Marina
Militare è solo una delle funzioni della nave, la cui principale missione è
l'addestramento: è infatti sul "Vespucci" che imbarcano i Nocchieri e, alla fine
dell'anno scolare, gli Allievi del primo anno dell'Accademia Navale di Livorno
destinati a diventare i futuri Ufficiali della Marina.
È manovrando scotte e drizze in cavo vegetale e vele di canapa, dormendo sulle
amache sistemate ogni notte nei locali di studio, che circa 100 giovani ogni
anno imparano ad amare e rispettare il mare.Sono gli stessi che pochi anni dopo
ritroviamo nelle centrali operative di combattimento dotate dei più sofisticati
strumenti elettronici, ai comandi di veivoli a getto ed elicotteri, immersi
nelle realtà delle moderne tecnologie che sembrano distanti mille miglia dal
lento navigare del "Vespucci", ma che hanno in comune la cosa principale:
l'ambiente dove operano, ovvero il mare.
È dai primi anni '30 che i futuri
Ufficiali della Marina Militare Italiana iniziano la loro vita sul mare a bordo
del "Vespucci": la nave fu infatti varata nel 1931, presso il Regio Arsenale di
Castellamare di Stabia, nei pressi di Napoli. Lunga 82,38 metri, che diventano
100,5 se consideriamo il bompresso, larga 15,56 metri e alta 6,65 metri sul pelo
dell'acqua, con un pescaggio di sette metri, il "Vespucci" ha un dislocamento a
pieno carico di 4.146 tonnellate.
Il suo scafo è costruito con fasciame in lamiera chiodato alle costole, mentre
il ponte è rivestito di tavole di teak. La nave ha tre ponti principali, con
castello a prora e cassero a poppa, ed è in quest'ultimo che vivono gli
Ufficiali e che si trova la "Sala Consiglio", le cui porte si aprono sul
balconcino di poppa sul quale si legge il nome della nave in lettere dorate. Se
le finiture della nave sono particolarmente curate, lo stesso vale per la parte
velica: la propulsione è assicurata da 27 vele di canapa la cui superficie
complessiva è di circa 3.000 metri quadrati, e per le manovre correnti sono
impiegati oltre 30 km di cavo vegetale di vario diametro.
Solitamente
durante la navigazione a vela viene usato il timone a braccia, le cui quattro
grandi ruote manovrate da otto nocchieri sono poste nella timoniera di poppa;
sulla controplancia si trova invece la timoniera prodiera elettro-idraulica,
usata durante la navigazione a motore, e nella stessa struttura si trova la sala
nautica dove si addestrano gli Allievi.
Il "Vespucci" ha a bordo 11 imbarcazioni di salvataggio, quattro delle quali a
remi e a vela, note come "palischerni"; è su queste che gli Allievi vengono
chiamati a competere fra loro e, seguendo una vecchia tradizione, di tanto in
tanto a trainare il "Vespucci" a forza di braccia! Non manca ovviamente
l'impianto motore, costituito da due apparati diesel da 1.500 CV ciascuno
collegati a due dinamo che alimentano un motore elettrico collegato all'elica
quadripala.
Fra tradizione ed elettronica - a bordo non mancano ovviamente i
più moderni apparati di scoperta e navigazione - l'equipaggio del "Vespucci",
composto da 276 uomini, cui in estate si affiancano circa 100 Allievi
dell'Accademia, porta ogni anno la "vecchia signora" e la bandiera italiana con
gli stemmi delle quattro Repubbliche Marinare sui mari del mondo.
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